26 maggio 2014
ICT: pochi investimenti e perdita di produttività aziendale
Lo studio del Fondo Monetario Internazionale sull’Italia ci aiuta a capire come mai abbiamo più difficoltà di altri paesi a riprenderci e dove sono nate queste difficoltà. Ecco il link: http://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2014/wp1479.pdf
Date un’occhiata alla pagina 5 dove vengono paragonati il PIL Italiano a quelli dell’UE e degli USA, dal 1970 ai giorni nostri. E’ lampante che l’Italia abbia rallentato la sua crescita dall’avvento più massiccio in azienda dell’Information Technology.
Non aver sviluppato appieno l’automazione aziendale ha diminuito la nostra produttività. Fenomeno meno palese quando le economie mondiali correvano (anche se la nostra non lo faceva come le altre), molto più evidente adesso dove il PIL mondiale è meno sostanzioso.
Questo ha impattato sul nostro tipo di export che è sempre di altissima qualità ma mediamente ha perso fette di mercato sui prodotti ad impatto tecnologico.
L’equazione è presto fatta:
diminuzione della produttività + incremento del prezzo di esportazione (Euro) + incremento della tassazione = uscita dal mercato per tutte le aziende che non avevano margini medi altissimi.
E’ chiaro che sull’apprezzamento della valuta e le tasse, possiamo fare poco, cerchiamo però di migliorare almeno uno dei tre fattori dell’equazione.
Perché abbiamo investito poco in ICT?
Usare il cash flow aziendale per la tecnologia vuol dire spendere soldi in qualcosa che:
1. Non presenta un immediato ritorno
2. Richiede competenze in azienda che non sempre sono presenti
3. Necessita di uno sforzo di tutti a cambiare modo di lavorare in azienda (un nuovo ERP in azienda è sempre visto come una dichiarazione di guerra….).
I risultati sono visibili a tutti, quindi forse è meglio rivedere le proprie priorità aziendali …o no?